Eredità Agnelli, Gabetti all’attacco
MILANO «Margherita Agnelli de Pahlen faccia chiarezza sulla sua eredità».
Scendono in campo legali di Gianluigi Gabetti, il giorno dopo lo scontro sulla memoria depositata dalla figlia dell’Avvocato secondo la quale una disponibilità da 1,4 miliardi del padre sarebbe rimasta fuori dalla divisione ereditaria («accuse inconsistenti», la replica ieri dell’accomandita Agnelli). Ma scende in campo direttamente anche Margherita Agnelli con una nota in cui dice che «Gabetti è perfettamente a conoscenza della quota di eredità che ho percepito». Il suo avvocato, Girolamo Abbatescianni, aggiunge un particolare: «I legali della madre, Marella Caracciolo, hanno tutti i documenti sull’eredità di Margherita».
Da quel che si sa, Margherita ricevette circa 500 milioni per le opere d’arte delle collezioni private dei genitori, tra cui quadri di Bacon e di Balthus, oltre 100 milioni per le azioni della «Dicembre», la cassaforte di famiglia proprietaria di un terzo dell’accomandita al vertice del gruppo e altri i 2 milioni di «liquidità», oltre agli immobili di Torino (Villa Frescot) e di Villar Perosa, la residenza romana dell’Avvocato e altri beni minori. In sostanza, circa la metà del patrimonio personale del padre.
Qualche mese fa sembrava che vi fossero spiragli per ricucire gli strappi di questa causa promossa nel 2007 dalla figlia dell’Avvocato, scomparso nel 2003, contro la madre e gli amministratori dell’eredità, Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens, storici professionisti vicini alla famiglia, e il commercialista svizzero Siegfried Maron. «La mia unica richiesta, da più di sei anni, - ribadisce Margherita - è ottenere trasparenza e chiarezza sul patrimonio di mio padre e la sua gestione».
Oggi i margini di ricomposizione sembrano quasi nulli. Anzi la partita si è fatta durissima, proprio in scadenza dei termini per produrre documentazione giudiziaria. Gabetti ribadisce, attraverso i legali, che la sua vicinanza per anni a Gianni Agnelli «se giustifica la conoscenza di molte cose della famiglia Agnelli, non ha nulla che vedere con un amministratore o gestore di beni personali:», incarico «mai ricevuto» e «mai eseguito».
Ma poi c’è dell’altro perché «Gabetti è fortemente rattristato per le malevoli e infondate insinuazioni moltiplicate dalla signora de Pahlen sulla stampa nei confronti di suo padre», ribadendo il concetto espresso ieri dall’accomandita che aveva difeso con forza la memoria dell’Avvocato. E qui la replica è secca: «Non capisco - afferma Margherita per quale motivo il dottor Gabetti si ostini a chiamare in causa mio padre, dietro la cui figura è fin troppo facile nascondersi. Chiedo quindi, come figlia, che venga rispettata la memoria dell’uomo straordinario che è stato mio padre».
Poi, sempre rivolta a Gabetti, «non capisco come faccia ad affermare di essere stato vicino a mio padre e alla mia famiglia come lo è stato e di rifiutarsi con così poco garbo di rispondere normalmente a domande così utili e necessarie per capire quello che è logico e doveroso». Ma anche il manager vuole capire e invita «la signora de Pahlen» a dire «una volta per tutte quanto ha complessivamente percepito a titolo ereditario, in modo che anche su questo venga fatta chiarezza».
La palla passa dunque nel campo di Abbatescianni, avvocato di Margherita, che ricorda quando «i legali di Marella Caracciolo per cercare di spostare la causa in Svizzera produssero una copia della divisione ereditaria del 2004 senza gli allegati con la descrizione dei beni divisi. Ecco, in quelle carte possono essere soddisfatte tutte le curiosità su quanto percepito a titolo ereditario da Margherita Agnelli: basta che i legali del dottor Gabetti si rivolgano ai legali di Marella Caracciolo».
La figlia dell’Avvocato non mette in discussione la divisione del 2004 «ma vuole sapere dai tre gestori del patrimonio di Gianni Agnelli - rimarca Abbatescianni - se vi sono altri beni ereditari non ancora divisi, in caso positivo saranno divisi pacificamente tra madre e figlia come nel 2004». Il 29 giugno scadono i termini per presentare la terza memoria al Tribunale civile di Torino, dopodiché il giudice deciderà (presumibilmente entro luglio) quali prove e testimoni ammettere o respingere.
Mario Gerevini